27 gennaio 2013

Grazie a chi in questi anni mi ha letto e commentato, ma anche a chi mi ha letto e non ha commentato, e soprattutto a chi non ha letto e ha commentato (in particolare al signore che mi ha sempre segnalato dove acquistare cialis e viagra). Siete secondi soltanto a quelli che non hanno letto e non hanno commentato.
Se volete scrivermi: arthurcravan (a) suonofantasma (punto) it

3 settembre 2012

191.

Il mondo è pieno di persone interessanti per i primi tre giorni.

24 agosto 2012

190.

Arrivati ad una certa età la si smette di cercare la "mezza mela" che combacia perfettamente, e per forza di cose, guardando anche se stessi con un po' di realismo, si cerca al massimo il mezzo torsolo.

13 giugno 2012

189.

Quel poco di crema solare che ho messo oggi sulle braccia mi ha portato, con il suo odore, a ricordare l'estate scorsa e quella precedente. Ho subito pensato a te, ma ho ricordi olfattivi, tattili e gustativi soltanto di me stesso. Non credo di aver rimosso né dimenticato la tua presenza, è che mi ha sempre segnato più a fondo la tua assenza.

10 giugno 2012

188.

Onestamente, mettiamo da parte le paraculate. L'unico lasso in cui il tempo guarisce qualcosa, inizia quando devi solo aspettare che il farmaco agisca. Per tutto il resto, fai conto di portarti sempre ogni disagio addosso, oppure valuta una lobotomia: una bella spuntatina alla testa, adesso che si usano molto i tagli asimmetrici.

1 maggio 2012

187.



Arborea è il disco che abbiamo fatto io (Arthur Cravan) e Dragoide. Lo potete ascoltare in streaming qui, o scaricare direttamente qui.
Provate, magari poi vi piace.

21 marzo 2012

186.

Guardalo lì l'auricolare bluetooth che ho comprato per passare le serate al telefono con te senza scaldarmi l'orecchio: è sul comodino con la batteria scarica, usato pochissimo e un po' impolverato. Se lo sposti puoi anche vedere la sagoma in negativo nella polvere, perché ora è diventato una lapide che mi ricorda le promesse che non ho mantenuto, al di sotto della quale sono seppelliti i buoni propositi. Quei propositi che quando li pensi sembrano i primi slanci verso un futuro migliore, e quando ci ripensi scopri che erano gli ultimi spasmi prima del rigor mortis.

18 marzo 2012

185.

Ieri mi è capitata una situazione durante la quale mi sarebbe piaciuto essere un buco nero. In quel caso avrei potuto captare tutte le informazioni, ascoltare il discorso che mi veniva rivolto e assorbirne il significato, senza però emanare nessun tipo di risposta. Perché in certi casi non basta stare in silenzio, quando anche il silenzio è una maniera di comunicare non verbalmente con la propria presenza. Sono sicuro che qualsiasi parola avessi detto sarebbe stata fraintesa, e non avrebbe espresso correttamente le mie sensazioni, ma allo stesso tempo sono convinto che il mio silenzio è stato comunque interpretato in maniera scorretta. Non avrei voluto avere degli occhi con cui ho nascosto lo sguardo, non avrei voluto avere delle gambe su cui ho dondolato impacciatamente, non avrei voluto avere delle corde vocali con cui ho tentennato farfugliando. Né avrei voluto avere mani fredde, braccia rigide e orecchie a sventola. Come vi ho detto, essere un buco nero sarebbe stata l'unica maniera di risolvere la questione. Ci ho anche provato, ma il meglio che sono riuscito a fare è stato farmi venire il mal di pancia.

5 febbraio 2012

184.

Io non temo la morte, temo l'indifferenza, che è come la morte ma priva dell'assenza.

19 gennaio 2012

183.

Capita che uno usi normalmente la matita portamine per scrivere le sue cose, e quando si sbaglia a scrivere, allora la gira e usa la gommina che c'è dietro. Uno poi non tiene il conto delle volte che la usa perché è concentrato su quello che sta scrivendo, non su quello che sta cancellando. Uno cancella quando gli serve, e anche se ogni tanto pensa che non dovrebbe, che prima o poi finirà il gommino se va avanti così, anche se pensa queste cose uno lo usa, il gommino, per comodità. Poi il tempo passa e nota che il gommino è consumato, e lo nota la volta che il ferro stride proprio contro il foglio. Che desolazione, quando succede. Ed è così che io mi sento ora, anche se non ho finito proprio nessun gommino, anzi.

7 gennaio 2012

182.

Ci sono delle persone che sembrano la versione demo di se stesse: hanno delle limitazioni, qualche restrizione e un generale senso di parzialità che ti fa letteralmente impazzire. Cerchi di dedurne il serial number studiandole e provando a prevederle. Vorresti ottenere il loro massimo ma continui a farlo illegalmente: basterebbe invece comprare la versione ufficiale, che si paga smettendo di essere tu una di quelle persone.

26 dicembre 2011

6 novembre 2011

180.

Esiste un istante, nel pomeriggio della domenica, in cui passi dall'avere ancora il pigiama all'avere già il pigiama.

6 settembre 2011

179.

Se non esistesse la musica come ti esprimeresti?
Scrivendo dialoghi per il cinema muto.

13 agosto 2011

178.

Dice: le certezze ti rendono forte. E io allora qualche certezza la cerco, e forse la trovo anche. Poi scopro che quando si tratta di legami affettivi, chi dei due ha più certezze diventa quello più debole.

1 agosto 2011

177.

C'è il momento in cui smetti di lamentarti dei difetti e delle debolezze di chi ti sta intorno e cominci a vedere quali sono i tuoi (difetti) e le tue (debolezze), e quello è il momento in cui puoi cominciare a scrivere un blog di mille post senza essere ripetitivo, o puoi comporre un album, o aprire un flickr interessante, e puoi anche diventare scrittore, regista, fotografo, nel tempo libero o nella vita. Se l'arte non è un'autocritica, stai solo facendo del tuo talento qualcosa che è utile come una lettera di lamentele al quotidiano locale letto da un pensionato nella sala d'attesa del medico della mutua. Come questo post.

8 luglio 2011

176.

Le persone che ho amato e che amo mi conoscono più di quanto io non conosca me stesso. Le ho allontanate o le tengo lontane facendo loro credere di non sapere abbastanza di me, invece dovrei farmi raccontare cosa hanno visto o cosa vedono. Basterebbe poco, dei frammenti di me raccontati da qualcuno che ha saputo guardarmi. Sarebbe sufficiente, perché io non so vedermi, so soltanto schermarmi.

175.

Nonostante io abbia sempre avuto una grande cura nel maneggiare oggetti di qualsiasi fattura, e nel conservarli intatti negli anni e ormai nei decenni, trovo sempre un piacere catartico nel distruggere ciò di cui mi voglio liberare, rendendolo non solo inutilizzabile ma irriconoscibile. Ho cercato frequentemente di perseguire con impegno le mie scarse ma eterogenee doti creative, mentre è con naturalezza consolatoria che mi sono raramente abbandonato ai piaceri della distruzione. A parte la solita curiosità infantile nell'uccidere piccoli rettili, aracnidi e invertebrati, ho sempre avuto un'anomala attrazione per il fuoco, enorme ma costantemente controllata.
L'altro giorno mi sono liberato di una poltrona, armato di un paio di forbici e di un cacciavite. E qui arrivo al punto dove vi volevo portare con questa storiella. Per quanto possa essere intensa e brutale la mia forza distruttiva, o quella del fuoco, le viti andranno sempre e comunque svitate con un cacciavite. Vorrei che le mie parole e i miei pensieri fossero così impeccabili nella logica da costringere a stare al mio gioco chi li volesse smontare o distruggere.

5 giugno 2011

174.

Mi chiedo come facciano a non piacervi subito certe letture, certe visioni e certi ascolti che io ho impiegato anni ad apprezzare.

10 aprile 2011

173.

Se il piacere generasse elettricità non ci sarebbe problema, al quartiere ci penseremmo noi.

3 aprile 2011

172.

Per un attimo - prima che la mia reazione di incredulità fosse seguita da una sovrapposizione di emozioni diverse, che andavano dal senso di leggerezza dovuto a una liberazione e arrivavano alla preoccupazione di quale potrebbe essere stato fra i miei comportamenti ad indurti ad una malaugurata forzatura della tua sincerità, sempre che di forzatura si trattasse perché nella peggiore delle mie ipotesi (ipotesi che prendevano forma nella mia testa fra le 4:43 e le 5:21 della notte) il tutto potrebbe anche essere stato soltanto una maniera superficiale di darmi ragione su un argomento con il quale non si può ragionare - per un attimo - mentre già lo scarso controllo del mio raziocinio lasciava che la gioia di entrambi si materializzasse sotto forma di lacrime e muco che rendevano il nostro bacio uno scambio di umori caldi di varia provenienza - per un attimo mi è sembrato di capire che dicessi andiamo, o siamo, o ti-chiamo.

26 marzo 2011

171.

Andare sempre a cercare chi è seppellito sotto le macerie del proprio malumore.

17 marzo 2011

170.

Conosco alcuni che coltivano bene le amicizie e si trovano in un ambiente accogliente quando rimangono senza amore, e conosco alcuni che invece nutrono amori estraendoli dal gruppo di amici. Entrambe le tipologie di persona sanno gestire abbastanza bene amicizia, amore e rispetto di sè. Tu invece vivi in quella zona desolata, troppo poco dedita agli amici per vivere una relazione sana, e con troppe serate senza dolce compagnia per giustificare il tuo silenzio con queste persone. Se ti incontrano in libreria ti chiedono subito se sei lì con lei, tu ti guardi in giro spaesato e rispondi no no. Ti guardi in giro come se potessi vedere te stesso fra le facce che ti circondano: la tua presenza è tanto più intensa quanto lo è l'assenza di chi ti conosce. Compare qualcuno e puf! sei già scomparso.

27 febbraio 2011

169.

Seguo conversazioni lunghissime senza intervenire, poi mi distraggo per mezzo minuto e di colpo vengo interpellato.

7 febbraio 2011

168.

Mi era stato detto che all'inizio di quella mostra avrei trovato un grande pianoforte che ripeteva un LA. Io avevo undici anni e per qualche motivo che ora non riesco a immaginare sapevo che quando si alza la cornetta la nota che fa tu-tu-tu è proprio un LA. Allora ho fatto così, quando siamo partiti da casa ho alzato la cornetta e mi sono memorizzato la nota, ho cominciato a intonarla con il proposito di arrivare a quel pianoforte con la nota giusta. Quando sono arrivato la nota non era più quella giusta, e ho capito che avevo sbagliato qualcosa. Si vede che avevo ammosciato il LA facendolo tendere a un SOL. Ma non è finita. Alla fine della mostra mi spiegarono che quello del pianoforte non era un LA, ma un DO. E aspettate non è ancora finita, sentite qua: anni dopo scoprii che non era un LA neanche quello del telefono. Fine. E questo potrebbe essere un buon riassunto della mia vita per così dire sentimentale, se non addirittura della mia vita in senso lato.

5 febbraio 2011

167.

Senti ora ti saluto, devo litigare un pomeriggio con me stesso per decidere cosa dirti.

2 febbraio 2011

166.

Ci sono tutte quelle cose naturali come le stelle, i temporali, le onde e gli eventi atmosferici che anche se spiegate scientificamente nulla mi impedisce di ammirarle incantato. Poi ci sono tutte le altre cose, quelle umane, che una volta analizzate nel dettaglio, studiate, dissezionate ed esplicate mi provocano ribrezzo, si rivelano a volte banali, a volte stupide, a volte spregevoli: i tatuaggi, la religione, lo sport, l'arte, le droghe, il corteggiamento, la famiglia, la patria, le bevute insieme, le risate, le diete, la masticazione, la deglutizione, il bolo, la filosofia, le teorie, la politica, le collezioni, i ritrovi, la solitudine, le lamentele sulla solitudine, le fotografie, l'abbigliamento, la moda, i colori preferiti, le speculazioni, gli stipendi, le carriere, le riflessioni, i blog, i commenti dei blog, noi persone che leggiamo i blog di altre persone che conosciamo o che non conosciamo e osserviamo, senza immaginare che anche la nostra osservazione faccia parte di questa sterminata mediocrità umana. E allora avanti, dimentichiamoci quanto sia scontato questo istante di lettura e chiudiamo questa finestra per continuare con noncuranza il nostro giro, si ricomincia con la nostra straordinaria vita (dio quanto mi sento unico ora che l'ho detto) pronti partenza via

165.

Decide di non avere figli e quindi si fa chiamare padre. Se già mente su se stesso in maniera così spudorata, in cosa altro dovrebbe essere sincero un prete?

26 dicembre 2010

164.

Ma ce l'avete qualcuno che si prende la briga di sognare anche per voi?

19 ottobre 2010

163.

Io le ho detto che lei è la mia santa di giorno e puttana di notte. Lei mi ha detto che invece io sono il suo cretino di giorno e cretino di notte.

7 ottobre 2010

162.

Il buon umore lo devono aver inventato i tizi che stanno messi peggio di tutti, per smettere di sentirsi chiedere come stavano, se andava tutto bene. Adesso, se sei in una stanza con qualcuno, prova a girarti e sorridergli. Se sorride anche lui, è uno dei nostri.

2 settembre 2010

161.

- A domani
- Anche a te

20 agosto 2010

160.

Cambio traiettoria di colpo, mi giro e mi accorgo che il tizio mi sta proprio seguendo. Io sono magro e lui è muscoloso, ha tutta l'aria di essere un grosso slavo rissoso con cui è meglio non discutere, ma quindi cosa posso fare? Intanto è meglio stare in mezzo alla gente: entro nel negozio, entra anche lui. Giro a vuoto, lo fa anche lui. Mi affretto verso l'uscita per tornare di colpo, come se mi fossi dimenticato di guardare qualcosa, lui ripercorre i miei movimenti più lentamente, stando dieci passi indietro. Il suo modo becero di starmi addosso è talmente sgraziato che mi fa perdere qualsiasi speranza di potermi rapportare a lui se non tramite una qualche comunicazione primitiva, un linguaggio ottuso e stolido. Mi fermo e lo guardo dritto negli occhi per fargli capire, mentre lui mi fissa inespressivo.

159.

Mio papà e una sua amica dovevano intervistare uno scultore. L'amica era da giorni che glielo descriveva come un tizio sciatto, con la barba incolta, i capelli unti e il volto trascurato, insomma, un vero artigiano grezzo. Quando si sono incontrati, lui per l'intervista era tutto elegante, lustro e pettinato, insomma, un vero designer raffinato. L'amica si è stupita così tanto che le è scappato un Ma cosa diavolo ti è successo?. Lui, che la settimana prima si era rotto un dito, ha cominciato a raccontare come era inciampato.

28 luglio 2010

158.

Mio papà mi dice che ha preso la Simmenthal e mi chiede se mi piace, e io gli dico che sì non mi dispiace. Allora mi dice che lui la può mangiare quando non ci sono a pranzo, e io gli dico che anche io la posso mangiare quando lui non c'è. Allora, ci penso un attimo e poi gli dico, la prossima volta che non ci siamo a pranzo, la mangiamo.

21 luglio 2010

157.

E a un certo punto vedo che lui la interrompe e fa, dove le trovi tutte quelle parole per non dire niente?

20 luglio 2010

156.

Se vuoi sapere la verità non devi chiedere la verità, devi capire quale è la bugia e supporre ciò che sta nascondendo. Quindi gli ingredienti per cucinare la verità sono: una sua bugia, un tuo ragionamento.

10 luglio 2010

155.

Un tale, che per dei motivi irrilevanti è di buon umore, decide di allungare la strada e tornare a casa passando dal parco, godendosi un po' la passeggiata. Poi mentre cammina sereno calpesta un passerotto in decomposizione, che il molliccio gli si appiccica anche alla suola. Torna a casa dandosi dello stupido, che motivo c'era, si dice da solo, che motivo c'era di essere felice per delle cose così irrilevanti.

30 giugno 2010

154.

Ho una predilezione per lo spettacolo della disfatta, si capisce anche dalle piccole cose. Ad esempio, quando sta per sbattere una porta, fra il fermarla e il tapparmi le orecchie, io scelgo di tapparmi le orecchie.

27 giugno 2010

153.

Da bambino, quando avevo fatto un qualche sacramento in cui bisognava dire rinuncio a satana, non l'avevo detto. Avevo detto gnegnegnugno per muovere la bocca insieme a tutti, e pensavo: non prometto niente, metti che poi con satana si sta meglio. Invece ora rinuncio di continuo a questo e a quello e mi sa che ne capivo di più da bambino. A forza di vivere ci si complicano le cose più di quel che sono, è come avere dei lunghi spaghi attaccati dappertutto e ogni volta che ti muovi si annodano sempre di più, poi va tutto a finire come con questo discorso che è cominciato bene e ora non so più cosa volevo sostenere, quindi rinuncio.

26 giugno 2010

152.

Che mi importa di fallire? Tanto di ciò che costruisco o di ciò che distruggo mi rimangono solo i trucioli, e la mia serenità è fatta di questi stralci.

21 giugno 2010

151.

Un uomo cammina circondato da sei capretti. Li sta portando verso il macello, e loro lo seguono giocherellando.

18 giugno 2010

150.

Ci si accorge di avere dimenticato il fazzoletto di carta nei pantaloni a lavare con la biancheria, perchè a un certo punto ci si ritrova come quando si ha tutto il prezzemolo fra i denti, solo che non è prezzemolo, e non è fra i denti.

12 giugno 2010

149.

Ho smesso di temere il peggio quando ho capito che il peggio sarebbe stato soltanto passare la giornata di domani più o meno come quella di oggi.

8 giugno 2010

148.

Ognuno quando sta da solo sta in una maniera diversa da quando qualsiasi altra persona sta da sola, perché è diverso se tu stai in compagnia di Luigi o di Aldo, quindi sarà diverso anche per Luigi stare con Luigi o per Aldo stare con Aldo. A me piace stare da solo e mi piacerebbe che tutti potessero stare con se stessi come sto io con me stesso, ma la cosa non è possibile. Forse qualcuno che sta insieme a me, e nel pomeriggio si trova seduto accanto a me mentre sto in silenzio e mi godo l'arietta fresca, può provare come ci si sente a stare con me stessi, ma ho come la sensazione che non mi stiate capendo.

147.

Quando ero alle medie andavo a giocare al parco ad arrampicarmi su un albero e c’erano sempre una bambina piccolissima con il suo papà. Me li ricordo perché il papà somigliava a Carlo d’Inghilterra ed era sempre in bici e la bambina aveva le stesse gote rosse e gli occhi a palla. Il mese scorso ho visto l’albero: è tutto potato e piuttosto malmesso. L’altra settimana ho riconosciuto chiaramente la bambina, e si è trasformata in una ragazza brufolosa e andava in giro col moroso. Stamattina ero in macchina e ho visto anche il papà, sempre in bici, e ormai è un vecchio malmesso. Non so cosa m’abbia preso ma ho controllato immediatamente nello specchietto retrovisore, e per fortuna, mi son detto tirando un sospirone, per fortuna io sono ancora io.

2 giugno 2010

146.

Stamattina eravamo sul balcone a fare una pausa studio e la signora del palazzo di fronte si è affacciata compiacendosi con noi della limpidezza del cielo. Dopo qualche secondo di silenzio le si è chiesto come andava. Va, va, ha detto, ma aveva cambiato tono di voce ed è andata via senza salutare perché stava già piangendo. Siam tornati tutti dentro come se stesse piovendo.

30 maggio 2010

145.

Puoi riconoscere nel suo sguardo quell'amore tanto comune, che è l'amore con cui si accoglie la Pepsi quando al ristorante si ordina la Coca-Cola ma il cameriere dice che non ce l'hanno.

20 maggio 2010

144.

Sincera come la dicitura freschezza floreale sul flacone di candeggina.

19 maggio 2010

143.

Conosco tante persone che son sempre pronte a lamentarsi di essere grasse: no non mangio questo altrimenti mi viene la pancetta, no altrimenti guarda qui che lonze, sarà meglio che mangi solo un'insalatina. Però non conosco nessuno che si lamenti di essere stupido: no non vado a messa altrimenti divento ancora più superstizioso, no altrimenti guarda che faccia da ritardato, sarà meglio che legga un saggio di medicina. Eppure se mi chiedessero il nome di una persona grassa non me ne verrebbe in mente una neanche in un quarto d'ora, cosa me ne importa? Mentre se mi chiedessero il nome di una persona stupida avrei subito pronto qualche nome e cognome.

15 maggio 2010

142.

Mio papà stava scrivendo un articolo sulla memoria ed è venuto a chiedermi una cosa che non si ricordava.

14 maggio 2010

141.

Quando ho le mani insaponate e sento che sta scendendo una goccia di shampoo lungo la fronte faccio smorfie di ogni tipo per dirottarla. Non funziona mai, però lo faccio sempre.

29 aprile 2010

140.

Non rispondo. A volte proprio capita che qualcuno mi faccia una domanda e, un po' per distrazione un po' perché si cambia discorso, io non rispondo. Poi la sera ci ripenso, a volte anche il giorno dopo, mi torna in mente quella domanda alla quale proprio non ho risposto. Allora mi chiedo che cosa stia pensando l'altro di me, quello che si è visto la mia faccia assorta ed è rimasto con la sua domanda. Me lo chiedo, però non rispondo.

19 aprile 2010

139.

Stamattina il direttore di radio maria parlava del tempo. Avevano detto che sarebbe stata una primavera secca e calda e siamo qui che tremiamo di freddo. Questi climatologi, ha detto, se guardassero un po’ più la realtà si renderebbero meno ridicoli. Poi ha detto: ora preghiamo, il signore che è nostro pastore.

17 aprile 2010

138.

Uno è un po' triste quindi si mette a fare musica. La musica viene bene, quindi lui si sente meglio. A quel punto la musica non gli viene più bene perché non ha più quella malinconia: smette di suonare ed è al punto di prima.

12 aprile 2010

137.

Se ti riconosci nei suoi difetti ma vuoi rimanere vicino, un po' per imparare a guardare a te stesso con meno severità, un po' per cercare di non peggiorare tenendoti un esempio sempre davanti agli occhi, allora si chiama amicizia. Se ne ammiri i pregi e ti tieni vicino per delegare l'impegno di continuare a stupirti, tenendo per te la pigrizia di ripeterti ogni tanto "ah come vorrei saper essere così anche io", beh, allora è proprio amore.

136.

Ho inspirato una boccata di ricordi invernali. Poi è partita per caso questa traccia, a tradimento, mentre lavoravo, stanotte. Ho espirato una boccata di ricordi estivi.

4 aprile 2010

135.

Non mi sento affatto meglio e ti inganno sorridendo
Calmami assecondami










2 aprile 2010

134.

Io ho ricominciato a fare musica, stavolta con lui.

E questo è quanto:






(un sentito ringraziamento all'American Museum of Natural History che ci ha prestato il video)
(si consiglia la visione da Youtube in alta qualità)

26 marzo 2010

20 marzo 2010

132.

Pulisco i bicchieri con una spugna fetida. Spendo tempo per asciugarli e poi li lascio di nuovo lì, messi peggio di prima. Lo faccio per coerenza, perché questa è la mia maniera di risolvere i problemi.

6 marzo 2010

131.

La compagnia si prepara per spostarsi in un altro locale. Ci si avvia alle macchine mentre alcuni rallentano il passo. L'intesa è silenziosa: il gruppo si sta per sfoltire. Alcuni fra i più anonimi stanno per tornare alle proprie case, sono i personaggi secondari, le comparse, gli sconosciuti. Cammino fra questi riconoscendomi nella loro assenza di particolarità, potrei essere il leader da tanto poco mi distinguo. Ormai siamo un branco senza forma che si è distaccato da quello dei protagonisti, loro se ne accorgono e ci rivolgono attenzione. Dai venite anche voi. No dobbiamo andare. Finto dispiacere. Saluti.
I coraggiosi avanzano mentre noi ci disperdiamo per essere inghiottiti meglio dall'oblio.

24 febbraio 2010

129.



per fiorella






21 febbraio 2010

128.

Ora che non ci sono più più la Binetti e Rutelli, il PD è davvero un partito leggero: oltre a non avere motivi per votarlo, uno come me non ha più neanche motivi per non votarlo.

18 febbraio 2010

127.

Tutti abbiamo delle ottime ragioni per incazzarci. La dignità appartiene a chi si sa inventare dei pretesti vaneggianti per mantenere la calma.

17 febbraio 2010

126.

Obama: "è il nucleare la più importante fonte di energia". L'America lo ha capito dal 6 agosto 1945 alle 8:16 (ora locale giapponese).

15 febbraio 2010

125.

Paola Binetti lascia la sinistra e approda all'UDC. Esattamente come sta facendo il PD.

Il papa ha pianto alla Caritas. Un istante di dolore, poi la sua coscienza è tornata a nascondersi.

14 febbraio 2010

13 febbraio 2010

123.

Dicono che sono io ad avere un gusto surreale, ma mentre prima cercavo di usare la colla super si sono staccati gli adesivi del boccettino.

10 febbraio 2010

122.

Appello di gay.it all'Istat per il censimento: "Contare le coppie omosessuali". D'accordo i neonazisti.

6 febbraio 2010

121.

Carnevale: "No alle maschere del duce e di Hitler" ha detto un tizio con la maschera di Alemanno.

Ex-vescovo dichiara: "I gay non possono fare comunione", potranno però continuare a darla. (spunto da *)

3 febbraio 2010

120.

C'è una differenza fra essere determinati ed essere forti. Almeno ne sono consapevole.

1 febbraio 2010

119.

Certe frasi che dovrebbero correggermi me le segno e me le ripeto di continuo. In questo modo le neutralizzo e vado avanti senza sentirle neanche più.

18 gennaio 2010

118.

La legge Bossi-Fini è giusta, se consideriamo clandestini da espellere i mafiosi.

9 gennaio 2010

117.

Torna Berlusconi, senza bende né cerotti: link (c'è anche Tremonti)

116.

I ristoranti che espongono con orgoglio le foto delle celebrità fermatesi da loro dovrebbero mostrare anche quelle con i pedofili, gli assassini e i criminali che sono passati di lì. Devo farmi un'idea completa della situazione, non posso accontentarmi di sapere quello che vogliano che io sappia.

30 dicembre 2009

115.

illustrazione di marc johns

Notte, gelo, solitudine: parole abusate. Non vanno bene per trascrivere quello che volevi trascrivere. Fattene una ragione: ci sono dei momenti che non condividerai mai con nessuno. Puoi provare a parlarne o a scriverene, per credere di poterli trasmettere, puoi scrivere una descrizione dell'evento, o le sensazioni che hai provato, o entrambe le cose, ma il collegamento che le ha attivate non è logico e non potrai mai registrarlo. Cercando di farlo stravolgerai il ricordo della tua sensazione come già è traccia di una finzione tutto ciò che è stato scritto e raccontato. Parti dal presupposto che non puoi: taci. Goditela la notte, il gelo, la solitudine e quelle idee che un banale contesto ti suscita. Smettila di agire come se l'amore o l'amicizia fossero l 'unico modo di trovare contatto con il mondo. Non c'è questa intesa che vai cercando, neanche con te stesso: altrimenti quel momento te lo saresti goduto per davvero senza pensare di doverlo scrivere qui.

29 dicembre 2009

114.

Era completamente impazzito da quando gli chiesero di interpretare la parte di Stanislavskij.

23 dicembre 2009

113. (a serious man)

Dicono che dei Coen sia un film minore, per me è quello essenziale.
Dietro
ci sono Kafka, Beckett, Camus, l'umorismo ebraico, il principio di indeterminazione di Heisenberg.
Dentro c'è l'uomo ordinario, l'apatia, l'inadeguatezza, il soffocamento.
Fuori
, appena fuori dall'inquadratura, nella stanza accanto che urla, dall'altra parte del filo del telefono, all'orizzonte del paesaggio, fuori c'è la morte: la comicità è una tragedia narrata per litote.

22 dicembre 2009

112.


Alfano assume atteggiamenti altezzosi.
Provate a pensarlo al passaggio pedonale
mentre in macchina menomate il moto:
solenne sfilerebbe sulle strisce con sussiego.

20 dicembre 2009

111.

Ascoltando D'Alema ho finalmente capito che Berlusconi non va sconfitto legalmente con leggi sul conflitto di interessi, ma politicamente. Così voglio fare anche io la mia parte in questa battaglia. Ad esempio adesso cerco ogni giorno di sconfiggerlo di vecchiaia.

18 dicembre 2009

110.

Siamo nel futuro: oggi al supermercato le scale erano fuori servizio e bisognava usare l'ascensore.

15 dicembre 2009

109.

Ci ho pensato tanto, a come definire il presente, la sua inconsistenza, la sua irrilevanza rispetto al continuum fra passato e futuro, la sua tendenza ad essere una frazione infinitesimale del tutto, e allo stesso tempo il suo non far parte di questo tutto. Insomma il presente è un segnalibro.

7 dicembre 2009

108.

Voglia di vivere. Cosa diavolo è? Funziona tipo la voglia di respirare? O come la voglia di comprimere il ventricolo sinistro? Come fai ad avere voglia di qualcosa che avviene indipendentemente dalla tua volontà? Esiste solo la voglia di morire, e a quanto pare non ce l'hanno in molti, quindi diffidate di chi dice di avere voglia di vivere: di certo sta cercando di vendervi qualcosa di guasto.

6 dicembre 2009

2 dicembre 2009

106.

Beccati questa, Berlusconi. Fini è il tabasco che abbiamo nascosto nella tua rinazina.

30 novembre 2009

105.

Quando piove in città d'autunno sembra di essere dentro un pentolino con una tisana senza filtro: le foglie secche stanno sul fondo a macerare insieme a cartacce, mozziconi e fango.

Maledetto me e il mio sguardo basso, devo arrivare proprio sotto il negozio, con le scarpe e la testa bagnate, per accorgermi che è chiuso.

29 novembre 2009

104.


Sulla scrivania ho un modellino della Casa da Musica di Koolhas, e ogni volta che passa la donna delle pulizie a mettere in ordine la trovo appoggiata dal lato sbagliato. E questo è un po' il riassunto di quel che può pensare una persona dell'architettura contemporanea.

27 novembre 2009

103.

Per affrontare un problema ci sono due modi codardi di procedere: il primo, più semplice, è evitarlo; il secondo è vivere il presente come una vaga macchia di tempo che si estende fra il passato (nel quale il problema non c'era) e il futuro (nel quale il problema sarà risolto). In questa maniera si sminuisce così efficacemente l'entità del proprio male che non ci si sente più ostacolati da un impedimento. Ma intanto a scorrere non è la vita, è solo il tempo, e il problema rimane là dove lo si è lasciato: nel presente.

23 novembre 2009

102.

Uno non finisce mai di conoscersi. Gli anfratti delle mie gengive dietro i denti del giudizio, se toccati con la punta della lingua, hanno un sapore ferroso.

21 novembre 2009

101.

Ascolto spesso Radio Maria, la trovo esilarante. Ieri un tizio molto razionale ha chiamato la trasmissione per dedicare i canti e voleva sapere se è vera questa storia che le preghiere per la madonna funzionano lo stesso anche se non si prende la linea.

18 novembre 2009

100.

Ho provato a fare musica con fixed things get broken twice, ho provato a scrivere seguendo una certa linea su lovebone, ho provato a filmare, a disegnare. Sto provando a laurearmi, a fotografare, a farmi una cultura. Ogni volta riesco a tenermi alla larga dall'assorbimento e dalla devozione che servono per entrare nella parte e diventare professionali, forse sarà un modo per sottrarmi alle responsabilità ed evitare il confronto. Il punto è che faccio poco e di quel poco sono vagamente soddisfatto, poi penso di non aver altro da aggiungere di interessante, quindi smetto. A volte penso che se son fatto così, se nel perdere interesse in qualcosa cerco una conclusione prematura, succederà lo stesso con me, e vivrò poco.

17 novembre 2009

99.

Un ingegnere sa come divertirsi ai matrimoni.

14 novembre 2009

98.

Secondo Daniela Santanchè Maometto è un pedofilo, secondo Adel Smith il crocefisso è un cadavere in miniatura. Il bello della scienza è che anche se Pitagora si intratteneva con un dodicenne, nessuno ha mai messo in dubbio la lunghezza dell'ipotenusa.

97.

Poligamo e pedofilo!
Così ha urlato la Santanchè per sconsacrare un modello fideistico, per redarguire un uomo che dovrebbe invece ispirare moralità. E invece è - secondo la nostra cultura - poligamo e pedofilo: una persona che dorme con più donne e avente rapporti sessuali con soggetti che non hanno ancora raggiunto l'età del consenso. A chi è che si riferiva esattamente?

10 novembre 2009

96.

Delle ronde non frega un cazzo a nessuno, non è mai fregato niente per davvero: tutti i leghisti stavano lì a dire che era giusto che ci fossero, pensando che qualche loro zio avvinazzato e manesco avrebbe difeso bene il quartiere. Noialtri invece ci indignavamo pensando al grande ritorno del fascismo, delle camicie nere, della violenza becera. Gli zii sono rimasti tutti a casa a mangiare la polenta e guardare qualche ondeggiante culo immigrato in tv.

Dei crocefissi non frega un cazzo a nessuno, non è mai fregato niente per davvero: tutti i cristiani stanno lì a dire che è giusto che ci siano, pensando che qualche bambino ritardato alzi lo sguardo ogni tanto e si renda conto che quel simbolo tradizionale di misericordia e sacrificio pervade la nostra cultura. Noialtri invece ci indignamo pensando alla religione di Stato, agli eserciti di preti, al pluralismo culturale violato. I crocefissi rimarranno infitti in alcune classi, condannati a essere inchiodati la seconda volta da cortigiani lustrascarpe, e rimarranno assenti in altre classi, deposti dagli imbianchini e distrattamente dimenticati, ma in entrambi i casi saranno ignorati da chi li vede tutti i giorni.

Di tante questioni non frega un cazzo a nessuno, per questo se ne parla, sono storielle e intermezzi pubblicitari: qualcuno ne avrà guadagnato qualcosa, «e dopo Carosello, tutti a nanna».

7 novembre 2009

95.

John Cage con Composizione 4'33'' ha espresso il silenzio: "non ho niente da dire e lo sto dicendo": l'assenza è prestigiosa. Io quando non voglio dire niente parlo e mi esprimo discretamente, lasciando che la mia presenza sia insignificante.

2 novembre 2009

94.

Il Pd, con in testa Massimo D’Alema, promuove la proposta avanzata dal finiano Adolfo Urso di introdurre l’insegnamento facoltativo dell’Islam nelle scuole. Bella idea del cazzo, poi facciamo l'ora di Crociate in cui le due fazioni si scontrano per vedere quale simbolo religioso potrà essere appeso sopra la lavagna. Se ci tengono tanto a controbilanciare l'ora di religione nelle scuole propongo l'ora di scienza nelle chiese, presieduta da un professore scelto dall'Unione Atei Agnostici e Razionalisti, stipendiato dalla chiesa.

93.

Mi domando come sia andata a finire, la mia risposta era senza dubbio la migliore.