18 marzo 2012

185.

Ieri mi è capitata una situazione durante la quale mi sarebbe piaciuto essere un buco nero. In quel caso avrei potuto captare tutte le informazioni, ascoltare il discorso che mi veniva rivolto e assorbirne il significato, senza però emanare nessun tipo di risposta. Perché in certi casi non basta stare in silenzio, quando anche il silenzio è una maniera di comunicare non verbalmente con la propria presenza. Sono sicuro che qualsiasi parola avessi detto sarebbe stata fraintesa, e non avrebbe espresso correttamente le mie sensazioni, ma allo stesso tempo sono convinto che il mio silenzio è stato comunque interpretato in maniera scorretta. Non avrei voluto avere degli occhi con cui ho nascosto lo sguardo, non avrei voluto avere delle gambe su cui ho dondolato impacciatamente, non avrei voluto avere delle corde vocali con cui ho tentennato farfugliando. Né avrei voluto avere mani fredde, braccia rigide e orecchie a sventola. Come vi ho detto, essere un buco nero sarebbe stata l'unica maniera di risolvere la questione. Ci ho anche provato, ma il meglio che sono riuscito a fare è stato farmi venire il mal di pancia.

2 commenti:

lievito ha detto...

sono più che d'accordo.

lievito ha detto...

anzi, se mai ci riuscissi, dimmi come fare. grazie.