20 agosto 2010
160.
Cambio traiettoria di colpo, mi giro e mi accorgo che il tizio mi sta proprio seguendo. Io sono magro e lui è muscoloso, ha tutta l'aria di essere un grosso slavo rissoso con cui è meglio non discutere, ma quindi cosa posso fare? Intanto è meglio stare in mezzo alla gente: entro nel negozio, entra anche lui. Giro a vuoto, lo fa anche lui. Mi affretto verso l'uscita per tornare di colpo, come se mi fossi dimenticato di guardare qualcosa, lui ripercorre i miei movimenti più lentamente, stando dieci passi indietro. Il suo modo becero di starmi addosso è talmente sgraziato che mi fa perdere qualsiasi speranza di potermi rapportare a lui se non tramite una qualche comunicazione primitiva, un linguaggio ottuso e stolido. Mi fermo e lo guardo dritto negli occhi per fargli capire, mentre lui mi fissa inespressivo.
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2 commenti:
Io l'avrei affrontato con un tono ed un viso preoccupato per lui: "Scusi, cosa c'è"? A volte, i criminali rozzi e sporchi rimangono prigionieri della gentilezza, educazione e cultura altrui. Poi se lo fai sentire importante con tutto il tuo rispetto, lo hai catturato. E reso innocuo. In fondo loro delinquono proprio per assicurarsi il rispetto degli altri. Se attacca, bene, attacco pure io. E se non era un delinquente ti va anche meglio. Forse. A te come è finita? Ti sei svegliato e ricordato di aver mangiato troppo?
Altro che cordialità, quello aveva l'aria di volermi tirare un pugno sul grugno. Sono entrato in un negozio di vestiti da donna, mi ha aspettato fuori cinque minuti e poi se ne è andato. L'ho seguito a distanza per qualche minuto per assicurarmi che si allontanasse.
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